Cronache Luterane

Risiko siriano

moaz-al-khatibLa cronaca siriana di ieri ci racconta di un dirigente iraniano ammazzato mentre era in viaggio tra Damasco e Beirut. L’uomo ucciso è Hussam Khoshnevis, capo di un’agenzia iraniana cha ha contribuito alla ricostruzione in Libano dopo la guerra del 2006 tra Israele e il movimento libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran. Un’altra prova, se mai ne mancassero, di quanto la partita siriana entri nel quadro più ampio dello scontro diretto tra Riad e Teheran: due regimi che lottano per la sopravvivenza, in mezzo a refoli e ventate di “primavere”. Ora qualcuno si è stancato di contare i giorni alla caduta di Bashar al Assad e fa bene, perché è più probabile che si smembri l’Iraq, prima che i ribelli entrino a Damasco per sloggiare il dittatore. In Iraq si sta preparando lo scontro finale tra sciiti e sunniti, con i curdi che, avendo in tasca l’accordo con la ExxonMobil, vedono un futuro sempre più roseo nell’ipotesi di uno smembramento del paese in tre stati indipendenti. La Siria è quindi passata in secondo piano rispetto ai progetti di chi vuole riscrivere gli equilibri regionali. E l’instabilità d’area tenderà a peggiorare, con buona pace di quelli che criticavano le ingerenze americane, prima del grande passo indietro di Obama. Ora tutto è più complicato e se non bastasse, il vuoto lasciato da Washington è stato riempito via via da altri interessi: Arabia Saudita, Quatar e Francia si sono dimostrati i paesi più attivi, ognuno con un proprio tornaconto.

LEGGI L’ARTICOLO SU LIBERALWEB: http://www.liberalweb.it/2013/02/15/siria-la-fine-di-bashar-si-allontana/


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